Una persistente sensazione di secchezza agli occhi e alle mucose della bocca può essere sintomo della sindrome di Sjogren. Scoperta negli anni ‘30 dall’oculista svedese Henrik Sjogren, questa condizione fu associata all’artrite reumatoide in alcune pazienti.
Oggi sappiamo che si tratta di un disordine immunitario caratterizzato da due sintomi comuni, occhi e bocca secchi. La sindrome di Sjogren spesso si accompagna ad altre malattie autoimmuni, come il lupus o l’artrite reumatoide, da cui erano affette le donne studiate dallo scopritore della malattia.
Come in tutte le malattie autoimmuni, il problema insorge nel momento in cui il nostro organismo “attacca” se stesso, perché il sistema immunitario riconosce parti del corpo come agenti esterni dannosi, e quindi da contrastare. Nel caso specifico della sindrome di Sjogren, vengono attaccate in primo luogo le membrane mucose e le ghiandole di occhi e bocca. Questo si traduce in una riduzione della secrezione di lacrime e saliva rispettivamente, il che porta al sintomo più classico della sindrome: la secchezza oculare e della bocca.
Chi colpisce
La sindrome di Sjogren può colpire chiunque a qualsiasi età, ma nella maggior parte dei casi la malattia viene diagnosticata in pazienti con più di quarant’anni. Inoltre la condizione è molto più comune nelle donne, che ne sono colpite con una frequenza nove volte superiore rispetto agli uomini.
Dopo l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Sjogren è la malattia reumatica autoimmune più comune. Ha infatti una prevalenza che, secondo diversi studi, oscilla tra lo 0,4% e lo 0,6% della popolazione.
Tra i principali fattori di rischio possiamo trovare l’avere un parente di primo grado con una malattia autoimmune, oppure esserne affetti noi stessi. Questo conferma i primi studi svolti dallo scopritore della malattia, che la collegò all’artrite reumatoide: la sindrome di Sjogren, infatti, compare nel 30-50% delle persone con artrite reumatoide e nel 10-25% dei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico.
Sintomi
I sintomi principali della sindrome di Sjogren interessano occhi e bocca, con una pronunciata secchezza delle mucose. A livello oculare questo si traduce in ridotta produzione di lacrime, con conseguente scarsa lubrificazione dell’occhio.
A livello orale, invece, si verifica la xerostomia, ovvero la secchezza delle fauci. Le caratteristiche di questo disturbo sono numerose: potreste avere la sensazione che il cibo, soprattutto se secco, come pane o cracker, si “incastri” in bocca o in gola (a causa della ridotta lubrificazione delle mucose), oppure un aumento della sete e della necessità di bere durante i pasti per favorire la deglutizione. Inoltre potrebbe verificarsi un’alterazione del senso del gusto, con una frequente sensazione di amaro o metallico in bocca, o ancora infiammazione o intorpidimento della lingua. La xerostomia può alterare il benessere dell’intero cavo orale, con problemi quali gengiviti, aumento dell’insorgenza di carie e particolare sensibilità a infiammazioni batteriche e fungine. Questa sintomatologia è legata all’insufficiente produzione di saliva.
La saliva, infatti, ricopre un ruolo molto importante nel mantenere l’equilibrio del pH orale. Il cavo orale, infatti, tende ad acidificarsi dopo i pasti; dopo circa quaranta minuti, la saliva riesce a neutralizzare il pH. Se però la saliva viene prodotta in quantità insufficiente, anche questo potere tampone non è abbastanza per riportare la neutralità. Questa costante condizione di acidificazione è dannosa tanto per i denti (che vanno incontro a demineralizzazione, erosione dello smalto, sensibilità e maggior tendenza all’attacco dei microorganismi) che per le mucose (i microorganismi dannosi proliferano in ambiente acido, che può quindi esporci al rischio di carie, stomatiti e micosi come la candida).
Terapia
Al momento non esiste una cura per la sindrome di Sjogren. Tuttavia è possibile intervenire per alleviare i sintomi. Rivolgetevi al vostro medico per ricevere una diagnosi corretta e indicazioni per il migliore trattamento per le vostre esigenze.
Per gli occhi secchi il medico vi potrà prescrivere lacrime artificiali e colliri.
Per alleviare il fastidio della xerostomia può essere utile intervenire sullo stile di vita. Per esempio, il fumo contribuisce a irritare e seccare le mucose orali; smettere di fumare è sicuramente importante per preservare il benessere della bocca (e di tutto l’organismo).
Bere molto può dare sollievo alla sete costante e alla sensazione di secchezza causate dalla sindrome di Sjogren. Attenzione a prediligere bevande non zuccherine o acide (come molte bevande gasate), che potrebbero danneggiare i denti e rendere la bocca più soggetta a infezioni fungine; da evitare alcol e caffè, che possono peggiorare la secchezza delle fauci.
Quando possibile sarebbe bene cercare di respirare dal naso e non dalla bocca. Il naso chiuso a causa di raffreddore o allergia può costringerci a respirare dalla bocca, e il flusso d’aria non fa che peggiorare la secchezza delle mucose. In questo caso provate a utilizzare uno spray salino per liberare il naso e ripristinare la corretta respirazione.
Abbiamo visto come la sindrome di Sjogren renda fondamentale mantenere una corretta igiene orale. Per non incorrere in un aumento del rischio di carie e gengiviti ricordatevi di lavare i denti dopo ogni pasto, senza trascurare l’uso del filo interdentale e le periodiche visite dal vostro dentista. Aggiungete alla vostra routine collutori o spray antibatterici per completare il trattamento. Questi espedienti contribuiscono a mantenere un pH neutro, e quindi una bocca più sana.
La scarsa produzione di saliva, come abbiamo detto, è uno dei principali sintomi della malattia, e ripristinarne la funzionalità è un passo importante per combattere la secchezza orale. Stimolare la produzione di saliva è possibile, utilizzando caramelle o gomme da masticare senza zucchero per non peggiorare il rischio di carie. Quando questo non sia possibile o sufficiente, vi consigliamo di utilizzare dei sostituti salivari: svolgendo il ruolo di “saliva artificiale”, questi prodotti sono più efficaci dell’acqua nel ripristinare la corretta idratazione delle mucose grazie alla presenza, tra i loro componenti, di molecole che favoriscono una lubrificazione di più lunga durata.
In quest’ottica Cariex® può essere di grande aiuto: questo spray dentale, infatti, è progettato per aderire alle mucose e arrecare immediato sollievo dal fastidio della secchezza delle fauci. Grazie al bicarbonato presente nella sua formulazione, Cariex® aiuta a ripristinare il pH della bocca limitando l’insorgenza di carie; lo xilitolo svolge invece una funzione antibatterica e antinfiammatoria. L’acido ialuronico, infine, migliora l’idratazione delle mucose e ne favorisce la guarigione.
Utilizzare Cariex® dopo ogni pasto permette di abbattere istantaneamente l’acidità della bocca. Svolgendo un ruolo di sostituto salivare, inoltre, Cariex® contribuisce a ripristinare il pH neutro del cavo orale, rendendo così la nostra bocca più sana e forte contro le infezioni.